Far fiorire le persone. È l’affascinante suggestione che ci viene proposta dalle autrici Daniela Di Ciaccio e Veruscka Gennari e dal loro libro La scienza delle organizzazioni positive – Far fiorire le persone e raggiungere risultati che superano le aspettative, che ci invita ad approcciarci in maniera diversa al nostro modo di guardare il lavoro.

Più che ad un semplice volume, siamo di fronte ad un vero e proprio manuale d’istruzioni, che ci sprona a pensare che il nostro ufficio possa essere un posto migliore: e a dirlo è la scienza.

Le autrici vanno infatti oltre e guidano il lettore utilizzando solide basi scientifiche, tanto da delineare un approccio alle organizzazioni positive che segue un modello culturale piuttosto che organizzativo, quindi replicabile da tutti e in più contesti: sul lavoro, ma anche a scuola e persino a casa.

Quel che fa La scienza delle organizzazioni positive è abbandonare i vecchi paradigmi basati sulla competizione sfrenata e sulla mera efficienza, chiamandoci a fare un salto di qualità. Come? Abbracciando un modello organizzativo che mette al centro il benessere delle persone e la creazione di un ambiente stimolante e gratificante.

Se siamo felici, lavoriamo meglio: semplice, no?

Sembra facile cambiare assioma e trasformare tutto con un sorriso. Ma le vecchie abitudini sono difficili da estirpare. Daniela Di Ciaccio e Veruscka Gennari, però, riescono in questo volume a spiegarci con estrema chiarezza come creare organizzazioni in cui lavorare con motivazione. E quindi con una ritrovata produttività.

In verità di questi argomenti te ne avevamo già parlato nei mesi scorsi, recensendo (QUI) il libro Chief Happiness Officer. Il futuro è delle organizzazioni positive, dove le stesse autrici entrano nel vivo della questione, presentando una nuova figura professionale attenta al benessere dei collaboratori. In quell’articolo ti avevamo già sottolineato diversi aspetti sull’utilità di muoversi verso questi nuovi orizzonti, considerato il fatto che lavoratori stressati, oltre ad essere un danno per la salute pubblica, riducono la qualità (e la competitività) del lavoro stesso.

Ma se nel libro dedicato al Chief Happiness Officer, Di Ciaccio e Gennari si focalizzano su una professione collegata, quella del CHO, in La scienza delle organizzazioni positive le autrici guidano il lettore in un vero percorso alla scoperta delle ultime ricerche scientifiche nel campo della psicologia positiva, della neuroscienza e della sociologia, mostrandoci come il benessere psicologico dei dipendenti sia strettamente correlato alla performance aziendale. Per fare questo, le autrici si avvalgono anche di esempi pratici, storie di successo e – cosa non da poco – mettono nero su bianco strumenti concreti che le aziende possono utilizzare per implementare un approccio positivo.

Il manuale spazia così dai programmi di wellbeing (strategie che supportano il benessere dei dipendenti e che migliorano le performance anche mediante pacchetti benefit) ai percorsi di sviluppo delle competenze, senza dimenticare l’indispensabile creazione di culture organizzative inclusive e collaborative: solo dal cambiamento generale le organizzazioni positive possono prosperare.

Viva le organizzazioni positive. E ti spieghiamo il motivo

Sono tanti i vantaggi di un approccio positivo in azienda. Eccone alcuni:

  • Più produttività. Collaboratori felici e motivati sono più creativi.
  • Meno assenteismo e turnover. Un ambiente di lavoro positivo riduce lo stress e aumenta il senso di appartenenza, diminuendo così la probabilità che i dipendenti decidano di cambiare lavoro.
  • Rafforzamento del brand. Le aziende positive attraggono i migliori talenti e fanno crescere la reputazione del proprio brand.
  • Maggiore impatto sociale. Le organizzazioni positive sono più attente alle esigenze della comunità e contribuiscono a creare un mondo più sostenibile.

Perché dovresti leggere questo libro

Perché c’è un “ma…” Non è “impresa facile” creare da zero un’organizzazione positiva, né tantomeno alimentarla: c’è bisogno di un impegno costante per attivare un cambiamento culturale in tutti i livelli di un’azienda. Non sono due benefit in più o un workshop sul tema a fare la differenza.

Ecco allora perché dovresti leggere questo libro: se, come abbiamo detto, le organizzazioni positive sono utili, perché mettono al centro le relazioni umane e valorizzano la crescita individuale (e quindi collettiva dell’azienda), è altrettanto utile tenere in vita questa trasformazione con stimoli continui. E questo libro fa proprio al caso, perché apre le porte ad un mondo di possibilità.