Ma tu ci parli mai con i chatbot? Se la risposta è “sì” – e siamo sicuri che almeno una volta lo hai fatto anche tu – non ti preoccupare: non sei impazzito e non sei solo!
Chiacchierare con una “macchina” non è più fantascienza, visto che le intelligenze artificiali di oggi sono così evolute da sembrare quasi umane. Anzi, a volte anche più empatiche di certi esseri umani…
Non si tratta più solo di ottenere risposte rapide o suggerimenti tecnici: oggi l’esperienza di interazione con un chatbot può avvicinarsi sorprendentemente a quella con un interlocutore umano.
In questo contesto si inserisce Uomini che amano i chatbot, il libro di Gianluigi Bonanomi e Canzio Dusi che esplora l’impatto delle nuove tecnologie sulla società.
Un titolo originale, provocatorio quanto basta, che ci invita a riflettere in modo profondo (e accessibile) sul nostro rapporto con la tecnologia.
Una lettura per comprendere il nostro presente digitale
Uomini che amano i chatbot è un’opera che si inserisce nel dibattito contemporaneo sull’intelligenza artificiale e sulle sue implicazioni nelle nostre vite quotidiane, soprattutto dal punto di vista relazionale ed emotivo. Con un approccio divulgativo e accessibile, gli autori propongono una riflessione sulle trasformazioni che stiamo vivendo: non solo nell’ambito tecnologico, ma anche – e soprattutto – nel modo in cui ci rapportiamo agli strumenti digitali.
Il libro prende spunto da vicende reali e attuali per aprire interrogativi su quanto la tecnologia stia ridefinendo i confini tra umano e artificiale, tra relazione autentica e simulazione, tra connessione e isolamento. Il tutto con uno stile chiaro, pensato per un pubblico ampio: dai curiosi del tema a chi lavora nella formazione, nella comunicazione o nell’educazione.
Perché leggere questo libro?
- Per comprendere un cambiamento già in atto
Il dialogo uomo-macchina è una realtà quotidiana. Questo libro ci aiuta a decodificare questo nuovo linguaggio e i comportamenti che porta con sé. - Per riflettere sull’emotività digitale
Non si parla solo di tecnologia, ma di affettività, bisogni umani, desiderio di ascolto. Temi centrali che meritano attenzione anche (e soprattutto) nei contesti educativi e formativi. - Per acquisire strumenti critici
L’approccio è equilibrato e vengono offerti strumenti per navigare con consapevolezza tra chatbot, app e assistenti digitali. - Per aggiornarsi in modo trasversale
È un libro utile a chi lavora nella formazione, nella comunicazione, nell’educazione. Ma anche a chi vuole semplicemente capire di più del mondo in cui vive e delle tecnologie che usa ogni giorno. - Perché di facile lettura
Linguaggio diretto, ritmo narrativo, profondità nei contenuti: sono queste le chiavi vincenti del libro Uomini che amano i chatbot.
Formarsi su questi temi è un’urgenza
Come ente di formazione ci troviamo spesso di fronte a una domanda implicita: l’intelligenza artificiale ci sta aiutando o ci sta sostituendo? Ma forse la vera domanda è un’altra: come possiamo formarci per affrontarla con lucidità e responsabilità?
Libri come questo ci ricordano che formarsi sull’AI non significa solo imparare a usarla, ma capire come ci cambia, quali dinamiche introduce nelle relazioni, nel lavoro, nella didattica. E se possiamo farlo partendo da una lettura agile, accessibile e stimolante, tanto meglio.