La disoccupazione giovanile in Italia è ormai una realtà tristemente appurata. Generalmente attribuita alla crisi economica, la situazione dei giovani under 30 è spesso legata a un non allineamento tra il sistema scolastico e il mondo delle imprese. Anche per questo, dei corsi integrativi possono avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro.

Per fronteggiare la disoccupazione giovanile è stato ideato l’apprendistato, attualmente lo strumento più efficiente per l’inserimento dei giovani, grazie a un contratto iniziale a tempo indeterminato caratterizzato da una retribuzione minore.  Lo stipendio previsto sarà più basso rispetto a chi ha esperienza, perché i ragazzi non possono offrire da subito una piena prestazione professionale, ma necessitano di essere prima formati.

Tuttora rappresenta il contratto di lavoro dipendente più vantaggioso dal punto di vista economico per le aziende. Per questo motivo, è la forma contrattuale alla quale fanno maggiormente ricorso.

Il contratto di apprendistato è regolato dal Decreto Legge n. 34/2014 o Jobs Act. Si rivolge principalmente a chi ha tra i 15 e i 29 anni. Inoltre, si tratta della modalità di assunzione che assicura il maggior risparmio fiscale alle imprese che assumono.

L’obiettivo è anche quello di ridurre al minimo i costi di formazione del personale, attraverso l’assunzione di giovani non ancora qualificati.

Apprendistato: non solo vantaggi economici

Se da un lato assumere un dipendente con un’importante esperienza pregressa garantisce subito una certa indipendenza nello svolgimento del lavoro, dall’altro, costui potrebbe dover liberarsi dei processi mentali legati al vecchio contesto aziendale. Solo successivamente, acquisirà le nuove modalità organizzative.

Assumendo un Under 30 senza o con poca esperienza, l’azienda che assume si assicura tempistiche di integrazione più veloci perché l’apprendista è libero da precedenti metodologie lavorative e organizzative, e avrà maggiore prontezza nell’immagazzinare i processi aziendali e la cultura aziendale.

Il contratto di apprendistato è diffuso trasversalmente in ogni settore produttivo, a ogni mansione e a tutti i livelli organizzativi. La formazione della nuova risorsa junior è affidata a un dipendente con competenze professionali già avanzate. Per le sue modalità, l’affiancamento garantisce maggiore efficienza formativa.

Un investimento per il futuro dell’azienda

Questo tipo di contratto impone l’obbligo in capo al datore di lavoro di erogare formazione all’apprendista, una lungimirante possibilità di crescita per l’impresa.

Proprio perché è definibile come un contratto a causa mista, il dipendente svolge una vera e propria prestazione lavorativa ricevendo in cambio oltre alla retribuzione, una formazione specifica.

Formazione interna ed esterna

Nello specifico, l’obbligo formativo in capo al datore di lavoro, che assume attraverso un contratto di apprendistato professionalizzante, prevede:

– una formazione interna (aziendale) per l’acquisizione delle competenze tecnico-professionali;

-una formazione esterna (pubblica) per l’acquisizione delle competenze di base e trasversali non professionalizzanti. Questa è disciplinata e finanziata dalle Regioni, nei limiti delle risorse annualmente disponibili.

La sua durata è di 40-120 ore complessive, così divise:

  • 120 ore per chi ha solo la licenza di scuola secondaria di primo grado;
  • 80 ore per chi ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado;
  • 40 ore per i laureati.

 

Come Imprendere, siamo stati individuati dalla Regione Marche come ente capofila di un ATI che eroga, per suo conto e nel proprio territorio, la formazione esterna agli apprendisti ai sensi del D.Lgs 81/2015.

Da luglio 2020 abbiamo formato, tramite fondi pubblici e quindi gratuitamente per le aziende, circa 938 giovani con contratto di apprendistato in imprese nell’ambito del territorio della Provincia di Macerata.