Nel suo libro Pensieri Lenti e Veloci, il premio Nobel Daniel Kahneman ci guida attraverso un’indagine sulla mente umana, rivelando la presenza di due sistemi di valutazione della realtà: uno automatico e uno riflessivo. Il testo getta luce sul complesso processo delle decisioni umane: ci mostra come la nostra mente sia in grado di gestire complesse operazioni, ma allo stesso tempo, come può incappare in preconcetti che possono essere evitati solo comprendendone il funzionamento.

I bias: gli errori della mente

L’obiettivo principale del libro è approfondire la nostra comprensione dei giudizi, delle intuizioni e delle scelte. I cosiddetti errori sistematici — conosciuti come bias — sono preconcetti che si manifestano in modo prevedibile in specifiche situazioni. Comprenderli e riconoscerli fornisce un arsenale di strumenti per il nostro ragionamento, consentendo di evitare di prendere decisioni sbagliate.

Numerose ricerche condotte hanno ampiamente documentato la presenza di errori sistematici nel processo decisionale di individui normali e sani. Questi non possono essere attribuiti alle emozioni che corrompono il pensiero, ma alla struttura stessa del nostro meccanismo cognitivo.

Valutare la realtà: i due sistemi

Come sottolinea l’autore, nei meandri della mente umana operano due distinti sistemi di valutazione della realtà, ciascuno con le proprie caratteristiche:

  1. Sistema 1: opera automaticamente, senza sforzo conscio e senza senso di controllo volontario. È il luogo in cui scaturiscono impressioni e sensazioni istantanee, che diventano le basi per le nostre convinzioni e scelte consapevoli. Il Sistema 1 consente di svolgere attività quali:
  • riconoscere oggetti vicini o lontani
  • orientarci verso una fonte di suoni improvvisi
  • completare frasi familiari
  • rispondere a domande matematiche elementari e sviluppare emozioni o antipatie verso toni di voce.

Funziona senza consumare notevoli risorse di energia mentale e ha un ruolo predominante nelle nostre interazioni quotidiane.

  1. Sistema 2: Questo sistema richiede un approccio più ponderato, in quanto è coinvolto nella risoluzione di compiti mentalmente impegnativi che richiedono concentrazione. Le attività del Sistema 2 sono legate all’esperienza soggettiva dell’azione, scelta e concentrazione. Includono operazioni quali focalizzare l’attenzione su dettagli, recuperare ricordi specifici, controllare i nostri comportamenti sociali, eseguire calcoli complessi o valutare argomenti logici intricati. Tali attività consumano notevolmente le risorse cognitive e dipendono dalla memoria di lavoro, una delle funzioni esecutive cerebrali che contribuisce a pianificare e organizzare attività complesse.

I due sistemi operano a velocità diverse e influenzano le nostre decisioni. In sintesi, sebbene il Sistema 2 sembri il principale attore, il Sistema 1 gioca un ruolo predominante nella maggior parte delle decisioni.  Il Sistema 1 rappresenta ciò che siamo veramente, ma è suscettibile a bias specifici, come le illusioni ottiche o cognitive.

I bias: alcuni esempi

Ciò che può dare il via a un bias, è il priming (innesco). Essere esposti a una parola, a una frase o a una situazione porta a cambiamenti immediati. Il priming modifica anche le nostre azioni, anche evocando una situazione non esplicita. È utilizzato anche nelle pubblicità, per indurci pensieri o azioni in modo inconscio.

Nel testo, vengono evidenziati diversi bias nei processi decisionali e di analisi dei fenomeni, tra cui:

  • percepire schemi particolari nella casualità, attribuendo a eventi casuali una struttura e un significato che potrebbero non avere;
  • l’effetto ancoraggio in cui le persone basano le loro valutazioni su un valore di riferimento iniziale (l’ancoraggio), che può influenzare in modo significativo le decisioni successive;
  • l’euristica della disponibilità che porta le persone a stimare la frequenza di un evento basandosi sulla facilità con cui riescono a ricordare esempi correlati, spesso portando a giudizi distorti;
  • la fallacia della congiunzione che si verifica quando le persone ritengono più probabile che due eventi congiunti si verifichino rispetto a un singolo evento, anche se ciò è matematicamente improbabile.

Correggere questi errori richiede l’uso del Sistema 2, un processo più lento e impegnativo dal punto di vista cognitivo. Questo sforzo è giustificato quando le conseguenze delle decisioni sono significative e quando si è determinati a evitare sbagli.

Il testo sottolinea che le persone spesso credono fortemente in ciò che sanno a causa delle buone storie che costruiscono per dare senso agli eventi. Questo può portare a fraintendimenti, come:

  • il senno del poi Dopo che un evento si è verificato, le persone tendono a ricostruirlo in modo da farlo sembrare inevitabile. Questo contribuisce alla nostra convinzione di “l’ho sempre saputo.”;
  • la fallacia della pianificazione: Le persone spesso sottovalutano l’imprevedibilità degli eventi futuri, basando le previsioni su ciò che credono essere probabile, ignorando l’imprevisto.

Per mitigare questi errori di valutazione, l’autore consiglia di cercare una visione esterna e di utilizzare tecniche come il pre-mortem, che consiste nell’immaginare scenari futuri disastrosi  prima di prendere decisioni importanti.

La prospect theory

Spazio viene dato anche all’economia attraverso la prospect theory che evidenzia come le persone tendano a evitare il rischio quando si tratta di guadagni, preferendone uno sicuro anche se più piccolo rispetto a uno incerto ma potenzialmente più grande. Al contrario, sono inclini al rischio quando si tratta di perdite, preferendo una perdita incerta ma potenzialmente minore rispetto a una sicura, ma con importo inferiore. Questo principio si basa sul contesto e sulla percezione soggettiva di valore, che può variare in base alle circostanze e all’individuo.

Inoltre, Kahneman sottolinea che il possesso di un oggetto può influenzare la percezione del suo valore e menziona differenze comportamentali tra i profani e i trader professionisti nei mercati finanziari.

I due sé

Quando si misura il benessere, è stato osservato che è si è rivelato difficile arrivare all’obiettività da parte delle persone. Si parla, quindi, di due tipi di sé:

  • il sé esperienziale che riguarda la nostra esperienza del momento presente;
  • il sé mnemonico che riguarda il ricordo di un’esperienza dopo che è finita. Per esempio, questo fenomeno può anche essere applicato al modo in cui ricordiamo un film, dove la scena finale ha un impatto significativo sul nostro giudizio complessivo, indipendentemente dalla durata delle scene precedenti.

In conclusione, Pensieri lenti e veloci è un libro che ci fornisce un’analisi approfondita del pensiero umano, della psicologia delle decisioni e delle trappole mentali che possiamo evitare. È una lettura essenziale per chiunque desideri migliorare la propria capacità decisionale e comprendere meglio il funzionamento della mente. Un testo che probabilmente cambierà il modo in cui guardi te stesso e gli altri, offrendoti preziosi spunti e intuizioni.