Cosa hanno in comune un primo ministro britannico “tutto d’un pezzo” e un popolare personaggio di fantasia, amante degli spinaci? Un’ancora!

Già, perché è ormai cosa risaputa che il grande statista d’oltremanica, Sir Winston Churchill, aveva tatuata sul braccio un’ancora, su per giù identica a quella che capeggiava sui muscoli del marinaio di fumetti e cartoni animati Braccio di Ferro.

Poco si sa della storia “impressa sulla pelle” di Churchill, tanto che quel simbolo d’eccellenza dei viaggiatori via mare è ormai diventato leggenda: ma quel che è certo è che tra miti e falsi miti, il mondo del tatuaggio ha da sempre affascinato il genere umano, grazie alla sua forza evocativa e all’emozione che riesce a trasmettere il raccontarsi “indossando” qualcosa che ci rappresenti.

Il tatuaggio è entrato di diritto nel nostro quotidiano ed è più di un orpello con sole finalità artistiche. Pensiamo, infatti, all’importanza dei così detti tatuaggi correttivi, che permettono di attenuare o eliminare inestetismi presenti sulla pelle (come per le correzioni di cicatrici post-intervento chirurgico).

I tatuaggi esistono, infatti, dall’alba dei tempi e in questo articolo vogliamo raccontarvene un pezzo di storia tramite alcune curiosità. E come lo faremo? Presentandovi una speciale cabala del tatuaggio.

3, 40, 61: la numerologia dietro ai tatuaggi…

Ci sono molti racconti che popolano il mondo del tatuaggio e che bene spiegano la portata di un fenomeno che va oltre qualsiasi moda e ne sottolineano anche l’aspetto culturale e di costume di una forma d’arte in voga. Abbiamo individuato, allora, 5 numeri che possono stuzzicare il tuo interesse.

  • O, comunque, sempre dispari. È una regola non scritta. Anzi, dovremmo dire “era” una regola, perché questa usanza è andata via via scomparendo col crescere delle persone tatuate (tra parentesi, sai quanta gente è tatuata in Italia? Te lo diciamo tra poco). Questa usanza dei tatuaggi dispari andava in voga al tempo dei lunghi viaggi dei marinai europei, che scoprirono tra le isole del Pacifico l’arte del tatuaggio tipica di quelle zone, riportandola, così, a casa. Al tempo era infatti solito tra i marinai farsi un tatuaggio di “buon auspicio” alla partenza del viaggio, uno all’arrivo della mèta come “ricordo” del luogo visitato; quindi, il terzo, al ritorno, a testimoniare il rientro “sani e salvi”, al porto d’appartenenza. Avere due, quattro o sei, tatuaggi stava allora a significare una lontananza dalla propria famiglia. “Mettersi in pari”, quindi, portava male.

 

  • 15 (per cento). O magari 6,9 (milioni). Vediamo un po’ di statistiche e ti rispondiamo alla domanda su quanta gente è tatuata in Italia. I dati di un’indagine svolta dall’Istituto superiore di sanità (Iss), attestavano nel 2015 circa 6,9 milioni di persone tatuate nel Belpaese, ovvero il 12,8% della popolazione residente. Sono passati nove anni da questa indagine e il dato è sicuramente da aggiornare, in netto rialzo. Un numero più vicino all’oggi potrebbe essere il 15% di adulti e il 30% dei più giovani che hanno un tatuaggio lanciato dalla società europea di Dermatologia e Venereologia o i rilevamenti proposti negli Usa, che parlano di 4 adulti su 10 con almeno un tatuaggio negli States.

 

  • Ecco quanti tatuatori operavano negli Stati Uniti nel 1975. Pochissimi, vero? Ma il numero era destinato rapidamente a salire, tanto che già nel 1980 gli Usa erano popolati da 5mila tatuatori. E pensare che tra il “nuovo mondo” e il tatuaggio c’è sempre stata una storia d’amore contrastato. A Ney York, ad esempio, nel 1961 una legge ne aveva vietato la pratica, visto il dilagare dell’epatite B. I tatuaggi furono messi al bando nella Grande Mela addirittura fino al 1997.

 

  • Fino a 3.000. Da 50 a 3.000 è infatti il numero di volte che la pelle viene punta in un minuto durante una sessione di tatuaggio. Una forbice ampissima, che varia a seconda del tipo di tecnica utilizzata, se a mano o a macchinetta. Ora, se non ti sei mai tatuato impallidirai nell’immaginarti un ago che “corre” così veloce sulla tua pelle. Tranquillo: ricordati, infatti, che la percezione del dolore è molto diversa da persona a persona e le piccole abrasioni che si vengono a creare sono di lieve entità. Molto gioca l’aspetto psicologico ed emotivo, cioè quanto sei determinato a farti un tatuaggio. Ma questa è tutta un’altra storia.

 

  • Hai sicuramente sentito parlare di Ötzi, la famosa mummia del Similaun. Vissuto nel periodo tra il 3.370 e il 3.100 a.C., rinvenuto nel 1991, Ötzi è ad oggi il più “vecchio” umano tatuato nella storia. Sul suo corpo sono infatti stati rinvenuti 61 tatuaggi, alcuni puntiformi e altri distribuiti lungo le articolazioni. Ma a cosa servivano? Più che ad una funzione decorativa, gli studiosi hanno ipotizzato che si tratti di una forma primitiva di agopuntura: una sorta di terapia praticata per lenire alcuni malanni.

… E oltre 100 operatori si sono formati con noi!

Ma parlando ancora di numeri, sono oltre 100 gli operatori che dal 2017 si sono formati con noi. Imprendere è stato infatti il primo Ente che si è accreditato nelle Marche per seguire il DGR n. 1598 del 28/12/2017, che ha disciplinato sul territorio l’attività di tatuaggio e piercing.

In questi anni, abbiamo organizzato diversi corsi per far ottenere la qualifica di I livello come Operatore di Tatuaggio e Piercing (della durata di 700 ore) ma anche l’aggiornamento per chi sta già portando avanti la professioni.

Così, i primi di marzo 2024, partirà il nuovo corso di formazione a Pesaro, mentre altri appuntamenti di aggiornamento saranno presto promossi sia nel Maceratese che nel Pesarese.

Per ulteriori informazioni sui prossimi corsi in partenza contattaci al numero 0721/429279 (Pesaro) e 0733/3661 (Macerata, Ascoli Piceno e Fermo).